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Il mito di Perseo...

     Il mito narra che Perseo, figlio di Zeus e Danae, appena nato fu gettato in mare dentro una cassa, assieme alla madre, dal nonno Acrisio, re di Argo, poiché un oracolo aveva predetto che sarebbe morto per mano del nipote. La cassa, spinta dai venti, approdò nell'isola di Serifo, dove Danae fu fatta schiava a causa dell’amore non corrisposto al tiranno dell’isola, Polidette, il quale, tuttavia, allevò Perseo.

     Polidette nutriva una grande passione per Danae e al fine di liberarsi di Perseo gli ordinò di portargli la testa della Gorgone Medusa.

     L'impresa era difficile, ma in soccorso di Perseo vennero Ermes ed Atena che convinsero le Naiadi a donargli un paio di calzari alati, un elmo per rendersi invisibile e una borsa di pelle per mettervi la testa della Gorgone, inoltre gli donarono uno scudo lucente.

     Così equipaggiato, Perseo raggiunse la grotta dove le Gorgoni dormivano. Per uccidere Medusa, l'unica delle tre che era mortale, bisognava fare attenzione ad evitare il suo sguardo, che aveva il potere di pietrificare chi la guardasse. Perseo durante la lotta riuscì a decapitarla, vibrando il colpo mortale a Medusa riflessa nello scudo lucente. Dal collo reciso della Gorgone uscirono l'eroe Crisone e il cavallo alato Pegaso. Perseo depose nella borsa la testa di Medusa, montò sul cavallo Pegaso e volando con esso riuscì ad evitare l'inseguimento delle altre due Gorgoni, nel frattempo svegliatesi. Nella sua fuga aerea raggiunse il paese degli Etiopi dove vide una fanciulla, Andromeda, legata ad una roccia ed esposta a un mostro marino per placare la collera di Poseidone. Perseo allora si accostò al mostro, lo uccise pietrificandolo con la testa della Gorgone e liberò Andromeda, portandola con sé a Serifo, dove era ancora in corso il banchetto organizzato da Polidette. Mostrando la testa della Medusa, Perseo impietrì anche Polidette, liberò la madre dalla schiavitù e con Danae e Andromeda tornò ad Argo.

     La leggenda tramanda, infine, che Perseo, proprio nel tentativo di riconciliarsi con il nonno, lo uccise involontariamente, colpendolo con un disco lanciato nel corso di una gara (e così si avverò la profezia dell'oracolo).

 

La Cooperativa Sociale “Perseo” ONLUS nasce dall’unione dei quattro soci fondatori, ognuno con differenti qualità e professionalità affinate dalla pluriennale esperienza nel settore dell’assistenza ai Minori.     
Questa collaborazione soddisfa l’esigenza di dare vita a una medesima idea di Comunità, in cui il Minore e il suo benessere psicofisico rappresentano l’unico obiettivo che muove ogni tipo di decisione.

 

L’autostima, l’equilibrio, lo sviluppo delle abilità e l’incoraggiamento delle risorse sono per il Minore i traguardi da raggiungere attraverso il confronto e l’istaurarsi di un legame sincero. Gli scontri e le difficoltà che naturalmente ne derivano offrono la possibilità di sperimentare e acquisire nuove modalità relazionali, più adeguate e soddisfacenti.

In linea con questa filosofia fondante della cooperativa, il mito di “Perseo” rappresenta la giusta metafora del nostro lavoro.

Chi Siamo

Come detto precedentemente, possiamo usare questo mito come metafora del lavoro educativo. Se si pensa ad un adolescente come al personaggio di Perseo, egli è solo, senza figure significative con cui relazionarsi. Un padre assente (Zeus), quasi inesistente, e una madre resa in schiavitù che non le consente di accudire il figlio, come vorrebbe. Si trova in un contesto a lui ostile che non ha scelto, ma a cui è stato condannato. Perseo, arrabbiato ma ancora poco consapevole della propria condizione, prova ad adattarsi al contesto che lo circonda quindi cerca di assecondare il tiranno Polidette.

Ecco che Perseo incontra Ermes ed Atena che metaforicamente rappresentano le figure educative, le quali offrono degli strumenti per fronteggiare la Gorgone Medusa, ovvero le proprie paure che pietrificano e non permettono un’evoluzione. Perseo fa tesoro degli strumenti affidatigli riuscendo così riesce a superare i propri limiti, a sconfiggere le proprie paure.

 

Il percorso all’interno della Comunità ci piace vederlo in questo modo, come un viaggio in cui “Perseo”, affiancato da aiutanti che cercano di fargli scoprire e valorizzare le sue capacità, possa far propri nuovi strumenti relazionali e sentirsi così adeguato alle situazioni che incontra, per poi affrontare e superare le proprie paure consapevole delle nuove abilità.

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